
Uno dei simboli più significativi e conosciuti di Favignana è certamente l’Ex Stabilimento Florio. Negli anni ‘90, dopo oltre 20 anni di abbandono, la Regione Siciliana ha acquistato la struttura e l’ha recuperata, trasformandola in museo. Chi entra all’interno di questo luogo magico, torna a visitarlo avendo sempre la sensazione di entrare in un paese in preda ad un incantesimo che ha fatto addormentare tutto e ha fermato il tempo. All’interno di questa area immensa tutto è rimasto al suo posto: i macchinari, le attrezzature, le reti, le botti, le lattine per le conserve e le grandi barche della mattanza.
Il percorso di visita dello stabilimento supera i riferimenti all’archeologia industriale e propone in maniera viva la storia della pesca del tonno e degli uomini che hanno vissuto in maniera quasi eroica questo antichissimo rito. Un “nuovo opificio”, nell’accezione di luogo del lavoro, di spazio delegato alla produzione, è ritornato a pulsare vita, a produrre reddito per la gente. L’arte contemporanea, mescolata all’eco della battaglia delle Egadi e alle voci dei tonnaroti, ha generato un nuovo confine da esplorare del magico rimando tra arte e mare, natura ed artificio. Migliaia e migliaia di visitatori adesso arrivano allo Stabilimento che è diventato anche atelier per residenze di artista e luogo dell’anima.
La collezione archeologica espone principalmente anfore e ceppi d’ancora in piombo del periodo greco-romano e punico, con un esemplare di ancora di tipo mobile con l’iscrizione in greco EUPLOIA (buona navigazione), provenienti dalle acque delle Egadi. Di grande interesse è una fiasca in peltro databile attorno al XIV sec. contenente ancora il vino dell’epoca rinvenuta nelle acque del Bue marino. Una delle vetrine espone utensili in pietra di epoca preistorica, gusci di conchiglie e resti di pasto.
Il mare di Levanzo il 10 marzo del 241 a.C. vide una grande battaglia navale con cui si mise fine alla prima guerra punica con la vittoria dei Romani sui Cartaginesi. A questo evento bellico sono destinate due sale, precisamente l’ex falegnameria e l’ex magazzino militare. La prima sala espone sei rostri a tridente, elmi in bronzo di tipo Montefortino, anfore greco-italiche e puniche, accompagnati da apparati didattico-scientifici innovativi; il visitatore, tramite un sistema touch, può interagire con tali supporti e avere informazioni sull’avvenimento storico, sull’utilizzo dei rostri, sulle caratteristiche delle navi da guerra, sulle metodologie di ricerca di archeologia subacquea, ecc. I rostri di navi romane portano iscrizioni incise o a rilievo, a volte anche un motivo figurativo in rilievo rappresentato da una figura femminile alata, “la Vittoria”, o da elmi di tipo Montefortino con piume. Un solo esemplare è punico e reca un’iscrizione incisa che menziona il dio Baal.
La seconda sala ospita una video installazione di forte impatto emotivo che fa rivivere i momenti della Battaglia con i protagonisti che narrano la dinamica degli eventi.





